Gesù all’età di 12 anni
Maria, cresce, educa e istruisce Gesù e, forse, essendo a conoscenza solo in parte dei progetti di Dio Padre, pensa che la sua missione si realizzerà in età adulta.
Un avvenimento, però, scombussola i suoi pensieri; avviene quando Gesù dodicenne si ferma a discutere con i dottori nel tempio.
Quando Giuseppe e Maria lo ritrovano, Gesù risponde loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49).
Il Vangelo ci racconta che non compresero ciò che aveva detto loro e che Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Gesù per la prima volta manifesta la sua piena coscienza di essere il Figlio di Dio, e Giuseppe e Maria che vivono a contatto con lui, se lo sentono sfuggire.
Essi conoscono i progetti di Dio solo quando si compiono e in modo parziale, vedono Gesù con gli occhi del corpo, ma non lo comprendono se non con gli occhi della fede. Gesù, poi, non dà loro spiegazioni!
Quest’avvenimento è solo l’inizio: il progetto del Padre su suo Figlio rimane nascosto nella vita divina e neanche alla Madre, è dato di conoscerlo nei particolari. A lei compete solo avere fiducia in Dio nel più completo abbandono alla sua volontà.
D’altra parte anche Gesù, come uomo, soffre la mancata conoscenza dei disegni di Dio Padre. Basta pensare al suo grido in croce «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34) che non riceve alcuna risposta.
Siamo nella vita di Dio, nascosta, imperscrutabile che richiede da Gesù come uomo, da Maria, e a maggior ragione da noi, la più completa fiducia. La fede non è sufficiente, occorre la fiducia; la fiducia del bambino verso il suo papà, così come l’hanno avuta Gesù, Maria, nella trepidazione di Madre.
Infatti, la momentanea disobbedienza di Gesù segna il passaggio della sua indipendenza. Maria e Giuseppe, ma soprattutto la Madre, devono imparare a lasciarlo crescere autonomamente, nell’assoluta fedeltà e fiducia in Dio Padre.
A volte, anche a noi, è chiesto di vivere un po’ questa oscurità della fede, secondo i disegni di Dio. E, come a Maria, anche a noi si apre l’opportunità di uno spazio sconfinato di adesione piena agli imperscrutabili progetti di Dio, aderendo ai quali non entreremo in un buco nero, perché Egli ci indica la via da percorrere, pur lasciando inalterato il divario tra noi e lui.
Dall’apertura della nostra anima verso Dio scaturirà una sempre nuova e copiosa fecondità, perché il Signore vuole che la nostra gioia sia piena.
(cfr Adrienne von Speyr)
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