Mistica cristiana
I frutti della redenzione
Prima Parte
Effusione dello Spirito
La discesa dello Spirito Santo è un nuovo gradino della Rivelazione. Gesù l’ha detto chiaramente agli apostoli: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito» (cfr. Gv 16,7). È come se Gesù ascendendo al cielo, creasse lo spazio per la sua azione in mezzo a noi anzi, perché la sua missione si estenda a tutto l’universo. Egli possiede lo Spirito Santo, ma finché rimane sulla terra come uomo, seppur risorto, lo Spirito non può annunciare tutta la ricchezza e la pienezza soprannaturale di Gesù.
Maria – il grembo della Chiesa
Dapprima, lo Spirito Santo, grazie al “sì” di Maria, irrevocabile e definitivo alla volontà del Padre, le fece concepire il Figlio di Dio incarnato.
In un secondo tempo, il Figlio con autorevolezza modellò sua Madre e la resa idonea, anche a diventare nostra Madre.
In un terzo momento, quando il Figlio ritornò al Padre, mandò lo Spirito Santo su Maria affinché, in questo secondo adombramento, si realizzasse tutta la
concretezza del corpo della Chiesa. Maria, nella sua purezza, diventò la sposa nella quale la Chiesa si conforma a Cristo-Sposo in modo perfetto anzi, lei che è prefigura della Chiesa, diventò la fonte da cui sgorga la Chiesa e quindi è Madre della Chiesa.
Così si adempì e trasformò la realtà da terrena in cristiana, cattolica cioè universale.
Pertanto, possiamo dire che il corpo di Cristo è nato due volte: nella madre come capo e dalla madre come membra (la Chiesa), ma è un unico corpo.
Maria, nella Chiesa, nella sua pienezza di grazia è la Sposa del Signore e fa parte della comunione ecclesiale, in piena sottomissione allo Spirito e all’autorità della Chiesa.
Lo Spirito di Cristo è necessariamente anche lo Spirito della Chiesa, perciò quelli che, seguendo le proprie convinzioni, si allontanano dalla Chiesa, si separano anche da Cristo, diventando tralcio sterile, secco.
La Chiesa, corpo e sposa del Signore
La Chiesa e Cristo si completano reciprocamente, sebbene Cristo-Capo sia colui che dona senza misura e la Chiesa sia colei che sempre riceve. È una pienezza comune. D’altra parte se la Chiesa non avesse una partecipazione attiva alla grazia di Cristo, non sarebbe nemmeno la pienezza di Cristo, come dice san Paolo ai Colossesi: «Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e dò compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24).
La Chiesa ha il compito di portare Cristo nel mondo, parteciparlo a tutti coloro che lo desiderano; se non fosse così, essa non sarebbe neanche sposa di Cristo. La Chiesa, infatti, può essere sposa solo se segue il suo Signore e la Madre nella sua fecondità verginale.
La vera e totale unità si attua solo nella Chiesa cattolica. Solo l’Eucaristia può realizzare la vera ed efficace unità nella nostra umanità, spesso divisa e frammentata.
L’Eucaristia è sempre feconda e se i principi dottrinali ci sembrano astratti e aridi, è solo perché non riusciamo a vivere nella concretezza della vita, la carità di Cristo. Rinunciando all’Eucaristia, com’è avvenuto per i nostri fratelli protestanti, non realizziamo la comunione piena con Dio e con i fratelli.
È qui il vero problema della separazione nella Chiesa!
Il teologo Von Balthasar era convinto che la Chiesa non fosse costituita dal “popolo di Dio”, bensì da tanti singoli battezzati che diventano “popolo” con l’azione unificante dell’Eucaristia.
(continua)
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