Maria alle nozze di Cana è mediatrice
A Cana, il Signore, obbediente al volere del Padre, opera il
primo miracolo, dà gloria a Lui e attesta la sua potenza.
Maria, a questa festa, ha un ruolo di effettiva collaborazione
come mediatrice, ma il miracolo operato da suo Figlio, non riguarda solo la
trasformazione dell’acqua in vino, bensì ha un significato più profondo; esso
allude alla Chiesa e ai sacramenti. Maria, quindi, non rappresenta solo la
Madre o l’ancella, ma simboleggia anche la sposa accanto al suo Signore.
Maria, come sono solite fare le donne, osserva l’andamento della festa, rileva ciò che viene a mancare e con audacia interviene. Questa caratteristica la contraddistinguerà sempre. Maria, è colei che quando nella nostra umanità regna il bisogno, fa conoscere al Figlio quanto il suo occhio materno ha scoperto: «Non hanno più vino».
La sua naturale indole di donna e la sua fede soprannaturale sono presenti anche quando si rivolge al Figlio. Come donna osserva «Non hanno più vino»; come credente gli affida la necessità perché ponga rimedio, pur consapevole che Gesù può intervenire, anche se lei non si esprime.
Maria tuttavia conosce, per virtù dello Spirito Santo, le doti divine del Figlio e sa che a lui niente è impossibile. Non dubita, non pone limiti, non chiede alcuna prova e, dopo aver ottenuto il favore, ripone in lui una fiducia ancora più ampia e profonda.
Egli è Dio, e questo le basta.
In principio sembra che Gesù non sia disposto a esaudire la sua preghiera ma la Madre insiste, confida, crede contro ogni apparenza. Maria vede sia la necessità degli uomini e sia la ritrosia di suo Figlio, ma non cede; non può farsi respingere, altrimenti verrebbe meno il suo ruolo di sposa, e di modello della Chiesa che intercede a favore dei suoi figli. Maria, come donna, Madre e figura della sposa di Cristo è libera e ricorre ai suoi privilegi: «Fate tutto quello che egli vi dirà».
Maria innanzitutto indica il bisogno e, così facendo, affida il problema al Signore con grande fiducia e senza mezze misure, poi si rivolge ai servi della casa. La sua opera di mediazione si svolge quindi in due direzioni: dopo che ha chiesto al Signore quello che desidera – apparentemente senza successo –, si rivolge ai servi e li guida verso una completa obbedienza, cercando di suscitare una fede incondizionata in Lui. Non dice al Figlio ciò che deve fare, né sollecita gli invitati alle nozze a sostenere la sua causa; cerca piuttosto di accrescere nei servi la fede, ostacolando l’indifferenza, anche se intuisce già la loro adesione. Per sé non chiede nulla, richiama solo l’attenzione sulle necessità degli sposi.
Maria possiede l’infallibilità della fede, ma non vuole anticipare nulla prima del suo adempimento. È il Signore a compiere il miracolo, ma con l’accompagnamento della fede della Madre e dei servi, questa fede è un dono che proviene solo da Lui.
Questa prima mediazione, prova che anche Maria può compiere miracoli e che grande è l’influenza della sua preghiera presso suo Figlio. Infatti, alle nozze di Cana, s’intravede il suo ruolo di mediatrice e il suo potere d’intercessione ma non solo, perché Maria è anche figura e modello della Chiesa orante.
Il Figlio però replicando: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora», specifica la separazione tra lui e la Madre e richiama l’attenzione della Croce. Queste parole sono indizi che sollecitano Maria a prepararsi all’avvento del tempo della passione e fanno intuire a noi che le sue sofferenze sono già in atto.
Solo quando Maria, sposa e Madre, ha preso coscienza della realtà, Gesù acconsente e opera il miracolo.INFORMAZIONE
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