Maria, la sua missione e il Golgota
Maria percorre insieme al Figlio il cammino verso la croce, immersa in una totale e umana tristezza; soffre con lui, anche se non può mitigare il suo patire. Pur consapevole che Gesù è il figlio di Dio accetta, nella completa obbedienza al Padre, l’ignominia con il Figlio, senza discutere.
In questa via Crucis non c’è spazio di un umano conforto, sembra di sentire il lamento delle donne di Rama dopo la strage degli innocenti che non vogliono essere consolate perché i loro figli non vivono più (cfr Mt 2,18).
Se il Padre non la sostenesse, in questo dolore “oscuro”, sarebbe sopraffatta dallo strazio. È una sofferenza umanamente incomprensibile: Gesù che ha compiuto solo del bene arricchendo tutti quelli che incontrava, non si “meritava” il patibolo (diremmo noi). La Madre, però, intuisce (e a maggior ragione tutti noi) che questa fine riguarda la missione che il Padre gli ha affidato, quella di donare la sua vita per la redenzione dell’uomo e del mondo.
In Maria, possiamo cogliere sia la mestizia simile a quella di tante madri che devono assistere alla fine del loro figlio, sia la grazia della partecipazione al dolore soprannaturale del Figlio. Il fatto che soffra insieme col Figlio, seppur in misura minore, la trasforma in “Corredentrice”.
La Madre, con tutta la sua dedizione e volontà, accoglie questo dolore per rendersi partecipe alla missione del Figlio e la sua umanità viene elevata e trasfusa al Padre.
Maria è la prima redenta perché il Padre, a motivo della sua singolare elezione, l’ha colmata di grazia, preservandola da ogni peccato in virtù della passione del Figlio e lei lascia che Dio si serva di lei secondo i suoi disegni. Per quel “sì” pronunciato e mai ritrattato, non intralcia in alcun modo, la volontà di Dio, accettando ogni cosa.
Maria, quando sente il Figlio in croce perdonare e scusare i suoi persecutori subito, grazie alla forza che le dona il Padre, si unisce a lui; come cristiana perdona tutti quelli che “uccidono” il Figlio di Dio e come donna e madre perdona quelli che le uccidono il Figlio.
Quando Gesù, dice che tutto è compiuto, scende una “oscurità” non solo su di lui, ma anche sulla Madre che sperimenta un abbandono totale. Gesù, sulla croce, mostrando la sua umanità inerme, consegna il suo Spirito al Padre.
Maria, segue il Figlio condividendo con lui la condizione di essere offerto in sacrificio. L’abbandono che la Madre esperimenta rappresenta l’ultima forma di rinuncia: l’impotenza e la solitudine, al punto che il grido del Figlio sulla croce l’avvolge completamente, e diventa anche il suo grido. Il Padre riceve il dono di entrambi uniti nell’inseparabile consacrazione e sofferenza.
E come la missione di Gesù si amplia e diviene Eucaristica (mediante l’azione dello Spirito Santo), cioè volta verso la salvezza di tutti gli uomini, così anche la missione di Maria, Madre di Gesù, si amplia divenendo la Madre di tutti gli uomini.
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