Dalla morte alla vita 1 - Cammimo per incontrare Dio

I Cercatori di Dio
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Il mistero della morte
Dalla morte alla vita
(prima parte)
Cammino
La morte è un grande mistero, non meditiamo volentieri su di essa e quando accade, cerchiamo subito di distogliere il pensiero.
Quando l’uomo, dopo il peccato, fu cacciato dal paradiso terrestre, si spezzò il suo rapporto privilegiato con Dio e, come conseguenza dovette affrontare il lavoro, la sofferenza e subire la morte.
Era impossibile per lui riallacciare la relazione con Dio, perché la sua volontà non era più orientata verso il bene e così, tra mille difficoltà quotidiane, i suoi discendenti cominciarono a sperimentare, ogni giorno di più, l’inquietudine per i loro limiti, soprattutto quello della morte che si allungava nella loro vita come un’ombra.
Dio era sempre vicino ma veniva percepito come un ‘dio vendicatore, della giustizia e del rigore’ al quale avevano strappato una parte del suo mistero e, a tentoni, era difficile per loro ritrovare il legame con Lui.
Per avvicinarsi a Dio, gli uomini, si servivano di sotterfugi cercando di mercanteggiare con Lui con l’offerta di sacrifici, per ingraziarsi i suoi favori o per riconoscenza per i doni ricevuti.
A dire il vero, nell’antica alleanza, potevano solo esprimere gratitudine per i doni ricevuti nel passato perché il presente e il futuro era incerto e, quanto più la minaccia della morte era vicina, tanto più il pensiero del castigo, si presentava ai loro occhi in modo irreversibile.
Il Dio dell’amore e della grazia, che nel paradiso terrestre s’intratteneva con i loro progenitori, era ormai un ricordo dietro le spalle.
Gli uomini per sfuggire alla realtà cercavano dei diversivi ma sempre nel peccato, non accorgendosi che gli ostacoli sulla strada verso Dio s’ingigantivano sempre più, perciò il Padre nella pienezza dei tempi decise di inviare suo Figlio.
Ancora noi oggi, spesso, ci avviciniamo a Lui con dei sotterfugi, senza comprendere che Dio desidera stare con noi in una prossimità senza ipocrisie, e continuiamo a rifiutare il pensiero che la sofferenza e la morte, che la vita ci riserva, siano un’azione del Maligno e una conseguenza del nostro peccato!
Solo nella consapevolezza che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, perché fossimo felici, possiamo sperimentarli come medicina della sua Provvidenza per noi.  Sembra umanamente un assurdo, ma per noi sono un atto di amore di Dio verso gli uomini.
La morte, oltre a metterci di fronte alla paura dell’ignoto, della solitudine, dell’isolamento, della perdita degli affetti più cari, eccetera è un mistero. Essa fa emergere in noi anche delle domande: quando sarà la mia ora? Che cosa sarà di me dopo la morte? Che cosa sto facendo della mia vita?
(continua)
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