Domanda del 28-11-2018
Carissimo Don Fabrizio, certo mi piacerebbe conoscere l’intero scritto che ti è pervenuto da una signora il giorno 16 novembre c.a., se non altro per rapportarlo alla mia esperienza di vita.
Questa signora dice che l’entusiasmo che la prende al mattino appena sveglia svanisce entrando in contatto con le tante vicissitudini della quotidianità.
In queste sue parole ravviso una persona abbastanza fortunata, io molto spesso alla mattina dormo a lungo per non aprire gli occhi e farmi subito aggredire da un mondo che non ha niente di buono.
Nei lontani anni settanta ho conosciuto, in un momento di missione parrocchiale, un sacerdote che mi ha molto aiutato nel proseguo della mia traballante fede, ancora oggi seguo i suoi preziosi consigli che in tanti anni mi sono stati di aiuto nei miei piccoli errori ma soprattutto in quelli grandi, poi a causa dei suoi impegni dottrinali che l’hanno portato molto lontano, non ci siamo più visti e sentiti, mi sono rimasti gli ultimi rimproveri per le mie corbellerie, ma i suoi insegnamenti di vita e di fede sono e saranno sempre con me, a quelli mi tengo stretto e alle sue parole di quando mi diceva che “ per arrivare a Dio si passa solo dalla Croce di Cristo” supportato da queste parole ho sempre tirato avanti con i momenti alti e bassi che mi ha presentato la vita, la fede non si è mai indebolita, non mi risolveva i problemi, come avrei voluto, ma mi ha sempre aiutato dandomi la forza e il discernimento per superarli.
Un giorno risento telefonicamente il mio amico sacerdote e dopo tanti convenevoli gli espongo alcuni miei turbamenti sui fatti che ultimamente affliggono la Chiesa, le risposte che ho avuto mi hanno turbato tanto quanto mi hanno allontanato da tutto quello che lui rappresentava per me, sostenere chi va contro il Vangelo, i Comandamenti e la sacralità della Chiesa mi ha talmente avvilito che sono enormemente disorientato, con lui e i suoi insegnamenti cercavo Dio, ora che lui mi ha tanto deluso chi mi aiuterà a cercare Dio? Mi guardo attorno, è come essere nel deserto della fede, non mi rimane che dire “vieni signore Gesù” e vieni presto a salvare la tua chiesa, non tanto per me, che spero di incontrarti presto, ma per i nostri figli e nipoti che vivono le insidie di un mondo corrotto senza fede, specialmente dove dovrebbe essercene di più.
La mia domanda è, riesci tu a indicarmi senza paure quale strada devo percorrere in questo marasma dove non c’è più niente di certo di quello che mi era stato insegnato della fede, riuscirò a ritrovare la strada per cercare non il Dio che piace agli uomini ma il vero unico Dio?
Ciao Enzo
Buongiorno,
vedo che non ti sei registrato nel sito e quindi non avresti diritto a una risposta, ma questa volta faccio un’eccezione.
Mi dispiace, l’e-mail della signora cui fai riferimento non te la posso mandare, ma cercherò di dare una risposta alle tue numerose difficoltà.
Desidero confermarti quello che ti ha detto il sacerdote (che ti ha deluso): “per arrivare a Dio si passa solo dalla Croce di Cristo”; questa frase, però, occorre spiegarla un po’.
In primo luogo la “croce” fa parte della vita, vorrei conoscere chi non la porta; anche quando a noi pare che agli altri vada tutto bene, non è così. Se indaghiamo un po’ di più, ci accorgiamo che non è oro tutto quello che luccica. In definitiva: tutti abbiamo una croce da portare. La differenza sta in chi la porta da solo e chi la porta con Gesù!
Tu dovresti essere grato al Signore per una cosa fondamentale: negli anni passati ne hai sentite tante, ma hai conservato la fede. C’è chi la fede la perde dopo aver ascoltato una stupidaggine da un prete, o perché dice che il Signore non l’ha mai aiutato.
Prima di tutto, allora, ringrazia il Signore per il dono della fede, poi chissà quanti altri regali ti ha fatto e, forse, non te ne sei ancora accorto!
Mi dispiace che tu faccia fatica alzarti al mattino, fosse solo perché è bello dormire… sarebbe gradevole, ma il tuo problema è un po’ più serio. Hai paura di quello che vivrai durante il giorno o che i tuoi pensieri ti opprimano.
Ma tu credi veramente nel Signore? Perché la paura è conseguenza del credersi soli ad affrontare i problemi della vita. Il Signore non ci risolve i problemi, ma ci aiuta ad affrontarli. E se, nonostante il suo aiuto, siamo ancora timorosi, allora dobbiamo uscire da noi stessi e andare verso gli altri, rendersi disponibili ad aiutare gli altri, anche se nel cuore abbiamo la tristezza. Nessuno è così povero da non poter aiutare gli altri, inoltre, tieni presente che ci si arricchisce vicendevolmente: sia chi presta aiuto e sia chi riceve.
Gesù ci ha insegnato che è dando che si riceve; solo donando un po’ del nostro tempo, delle nostre energie a chi ne ha bisogno, sperimenteremo la larghezza di Dio. È chiaro che ci dobbiamo fidare di lui per sperimentare la sua larghezza.
Succederà, dunque, che al mattino desidererai alzarti, anche se la società non ti dà nulla di buono, perché il buono lo riceverai da Dio. Questo fa parte del “sempre di più” di Dio e della sua larghezza.
Ti accorgerai che anche un solo sorriso donato per far contento qualcuno, produce gioia: ecco la gioia di vivere!
Il prete ti ha deluso? Ha incrinato le tue convinzioni? Ebbene, per quanto riguarda la dottrina cristiana, procurati il catechismo della Chiesa cattolica, il volume integrale non la sintesi, e lì troverai tutte le dritte. Richiede impegno, ma ogni cosa che ci avvicina a Dio, costa un po’ di fatica.
Ricorda, per avere la gioia (oltre a quella che ci donano i piccoli – che sono più vicini a Dio) dobbiamo imparare a donare qualche cosa di noi stessi.
Desidererei dirti molte cose di più, ma credo sia già sufficiente.
Auguri,
don Fabrizio
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