Il mistero della morte
Dalla morte alla vita
(seconda parte)
Il problema della morte qualcuno l’affronta nel momento della perdita di una persona cara, altri lo “combattono” quando rischiano di perdere la vita per un incidente o per una malattia, altri ancora solo in extremis, cioè in punto di morte!
Quando si corre il rischio di perdere la vita, in fretta e furia, anzi in un battibaleno sorge spontaneo “pesare” ciò che abbiamo seminato e raccolto, testare le
scelte che abbiamo intrapreso e, non da ultimo, intuire il valore della vita vissuta che ci sta per abbandonare.
Già, perché quando tutto fila liscio, siamo convinti che “certe cose a noi non accadranno mai”, anche se sappiamo benissimo che tutti siamo stati procreati e siamo nati allo stesso mondo, che cresciamo, tardi invecchiamo e poi moriamo.
Ma, se siamo “ricchi” di affetti importanti, un lavoro professionale che ci gratifica, una vita sociale intensa, ecc.… non abbiamo tempo per porci tante domande, ancora meno per farci la domanda esistenziale sul senso della nostra vita. Siamo diventati esperti nel misurare tutto ciò che ci riguarda con il metro del nostro giudizio: accettiamo o escludiamo persone e cose secondo il nostro benessere, convenienze, ecc. e per noi è sufficiente. Riusciamo pure a far valere la nostra influenza sul circolo di persone che frequentiamo!
Quando però sopraggiunge un evento ineluttabile, il nostro status symbol con tutto quello che ne consegue non vale più nulla. Presa coscienza che la nostra vita terrena sta per terminare, se non siamo pronti, dobbiamo raccogliere in fretta i nostri bagagli di opere buone e cattive e orientarci verso la vita vera che non avrà mai fine.
È come se un faro si accendesse sulla nostra vita e noi, d’emblée, riusciremo a scorgere – con verità – che siamo impastati di tante miserie a causa della nostra debolezza ma, soprattutto, per aver sprecato tante occasioni per vivere da veri figli di Dio.
Se possediamo la fede in Gesù, questa elaborazione è più facile, nonostante il timore inconscio dell’ignoto, ricorderemo la sua promessa: «Non sia turbato il vostro cuore. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?» (cfr. Gv 14,1-2) e non ci sentiremo più soli.
Intuire quest’esperienza è, già di per sé, una Grazia, ma viverla è tutta un’altra storia!
(continua)
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