Domanda del 10-12-2018
Buongiorno don Fabrizio.
Intanto sono contenta che ha trovato questa nuova idea per poter d'essere d'aiuto a chi vuole essere aiutato!
Questo video, benché molto semplice, mi ha fatto tanto pensare.
É una domanda che mi sono fatta tante volte nella vita ma non sono mai riuscita a trovare una risposta, qualcuna magari ce l'ho ma chi mi da la certezza che sia quella giusta?
Con quale passo del vangelo devo confrontarmi?
Perché la vita ci ha messo vicino persone bisognose di amore, di affetto, di cure anche fisiche, ma perlomeno io non riesco a soddisfarle. sembra che non ci sia niente e nessuno che possa risollevarle, e stando troppo vicino a loro mi feriscono, anche se involontariamente, e mi devo allontanare per non stare male, ma poi fevo tornare perché so che hanno bisogno.
Qual è il senso di tutto questo?
Perché non sempre riesco... a volte è proprio impossibile, devo andarmene per non soffrire, provo rabbia ma nello stesso tempo pietà e compassione e devo tornare da loro per non stare peggio.
Nel video hanno messo dei “tappi”alle spine.
Noi cosa possiamo mettere?
Lettera firmata
Carissima Ambra,
sono molte le cose che domandi, ma credo che tutte meritino una risposta, almeno ci provo.
Il video a cui ti riferisci richiama un aspetto del nostro carattere; trattandosi di un riccio, spinoso per natura, vuole dire che anche il nostro carattere è “spinoso per natura”, ma è davvero cosi?
La maggior parte della gente pensa che il carattere non si possa cambiare, a meno di uno sforzo enorme. Per giustificare qualcuno, o noi stessi, diciamo: «È il suo carattere», in questo modo, sia negli altri sia in noi, giustifichiamo un sacco di cattivi comportamenti.
Gesù ci dice che non è così, infatti egli dice: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore», caratteristiche, queste, che sono relative al carattere (ma anche alla dimensione spirituale della nostra esistenza), quindi possono essere cambiate. Gesù ci può dare una mano, ma un cattivo carattere non può diventare una giustificazione! Anche noi possiamo diventare «miti e umili di cuore», dobbiamo però chiederglielo e, soprattutto, volerlo, senza mai autogiustificarci con chissà quali motivazioni. Ci vorrà del tempo, ma è possibile!
Nella vita dei santi c’è un esempio illuminante che riguarda san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra (nato nel 1567 morto il 1622). Egli è passato alla storia come il santo dell’amore, ma un’analisi della sua scrittura, da parte di un grafologo moderno, ha evidenziato che egli possedeva un carattere passionale e violento, in lui Gesù ha realizzato un miracolo. Se Gesù e riuscito a cambiare lui, può riuscire a correggere pure noi.
I tappi di “polistirolo” del filmato ce li mette Gesù, ciò che è importante è che noi lo lasciamo fare, e non abbiamo troppa fretta.
Come faccio a trovare la soluzione giusta?
Credo che in primo luogo devo confrontarmi con vangelo, per questo lo devo conoscere bene. Per conoscerlo in modo adeguato è opportuno che ogni giorno lo mediti, non a lungo, ma in modo continuo, lasciando a Gesù il tempo di “istruirmi”. Verrà il momento in cui percepirò in me stesso la giustezza o meno di un mio comportamento. Confronto la soluzione che ho individuato con lo spirito evangelico, se non è in contrasto con esso quasi certamente è una soluzione giusta, sempre che sia la migliore che ho individuato.
Se, nonostante questo, mi rimangono dei dubbi, è necessario che mi confronti con un sacerdote che mi conosce e del quale mi fido; potrebbe essere il proprio direttore spirituale, il quale mi può dare qualche indicazione oggettiva. In questo caso è quasi certo che la sua indicazione è volontà di Dio, ma occorre che le sue parole non entrino in contrasto con me, ovvero devo “sentirle” buone, mi deve lasciare un senso di pace e di libertà. Ovviamente, questo non esclude la fatica che devo affrontare, non da solo ma con Gesù, per superare la situazione difficile nella quale mi trovo.
Il Signore ci mette vicino delle persone che hanno “bisogno” di noi.
È questo un modo di fare di Dio. Egli fa in modo che possiamo aiutare qualcun altro che si trovi nel bisogno. Questa indicazione non è mai priva di difficoltà. A volte vorremmo essere lasciati in pace, per vivere in tranquillità la nostra vita, ma in questo modo non cresceremmo mai sulla strada della santità. Per predisporci all’incontro con Lui, dobbiamo percorrere una strada che ci porti a trascurare noi stessi e ad aiutare gli altri, solo così, al momento giusto, saremmo pronti a incontrarci con Dio. È un modo per fare meno purgatorio possibile per i nostri errori; il Signore ci purifica qui, sulla terra, e ci risparmia molta fatica (per non dire tribolazione) di una purificazione prima di entrare in paradiso, nel cielo. È un atto della misericordia di Dio, il quale ci vuole bene e desidera che soffriamo il meno possibile per purificarci. Il disagio che esperimenti quando cerchi di sfuggire a questa legge di amore, te lo pone il Signore nel cuore: tutti noi, senza il suo aiuto, cercheremmo di sfuggire alla fatica del cammino che ci avvicina a Lui.
I tappi di polistirolo a cosa equivalgono?
Per “addolcirci” il Signore usa molti stratagemmi, ci fa esperimentare il suo aiuto e ci invita a fare altrettanto. È con il suo aiuto che possiamo diventare “amabili” anche se non possiamo giudicarci da soli, per lo più ci assolveremmo spesso. Dobbiamo chiedere a qualcuno che ci sta vicino se stiamo migliorando, tutti noi abbiamo qualcuno che dovremmo fare contento. Ebbene, chiediamo a lui se è contento di noi. Piano, piano impariamo a migliorarci e quando non mi rendo conto in che situazione mi trovo, posso chiedere aiuto al mio direttore spirituale.
Posso chiedere anche al parroco, perché il signore mi ha affidato a lui. Alle volte faccio fatica a confidarmi con il parroco, può essere una persona non amabile (anche i preti sono sulla strada della santità), allora mi cerco un sacerdote che mi possa aiutare.
Ho conosciuto delle persone che ogni mese per parlare con un sacerdote del quale si fidavano e per averne un aiuto, facevano circa 1400 Km (andata e ritorno). Spero che questo non sia il tuo caso. Auguri.
don Fabrizio
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