Avere familiarità con la verità
Nell’articolo precedente abbiamo visto, l’accesso alla verità attraverso la preghiera.
Ora rifletteremo sulla familiarità con la verità.
Quando preghiamo, ci rendiamo conto solo in misura vaga, in che modo stiamo pregando; certo è che se pensiamo che la preghiera sia un dovere o sia una lista di cose da richiedere al Signore o un de profundis per i nostri cari o far memoria di quelle preghiere che abbiamo imparato da bambini, noi non preghiamo bene.
La parola di preghiera deve corrispondere sempre al moto del nostro cuore e del nostro intelletto.
Gesù, divenendo uomo, si è messo a disposizione per la nostra crescita spirituale. Egli, che desidera portarci all’altezza del cielo, ci eleva a sé, solleva la nostra verità alla sua e ci porta a una maggiore comprensione di lui che è la Verità.
Per pregare bene, veramente, è necessario che rinunciamo alla ristrettezza dei nostri concetti e ci lasciamo superare dalla verità della sua Parola immergendoci in essa, per far diventare le cose che affermiamo verità per noi e in noi.
Se arriviamo a pregare bene, stando dinanzi alla presenza di Dio con parole e silenzi di amore, inevitabilmente, saremo trascinati verso la contemplazione perché saremo più in Dio che in noi, più del cielo che della terra.
Allora la nostra fede sarà la verità della nostra vita e non una dispensa per le nostre necessità.
INFORMAZIONE
Se non leggi bene la Parola di controllo puoi cambiarla cliccando su Invia , si cambierà ogni volta che cliccherai a vuoto.
Non sono presenti ancora recensioni.