Maria e Giuseppe - Cammimo per incontrare Dio

I Cercatori di Dio
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Maria e Giuseppe
Maria e Giuseppe si promettono l’una all’altro come delle persone che vogliono servire Dio, e desiderano appartenersi; la volontà di servizio a Dio è decisiva e rappresenta il fondamento della loro comunione. A questo servizio essi consacrano tutta la loro vita.
Maria
Per Maria, secondo il costume della società ebraica del tempo il matrimonio era obbligatorio, ma l’unione tra Maria e Giuseppe si caratterizza perché coniuga, in primo luogo, l’obbedienza al progetto di Dio. Così, tra Maria e Giuseppe si stabilisce subito una straordinaria armonia, come conseguenza della loro reciproca promessa sponsale e dell’amore verso Dio, sempre al primo posto nei loro cuori.
Per Giuseppe il tempo del fidanzamento era preludio di un’ordinaria vita matrimoniale prima che Dio ritoccasse i suoi progetti, chiedendogli la castità. La raffigurazione corrente, alquanto scialba, lo descrive anziano, privo di entusiasmo e di vigore, languidamente al fianco di Maria. Non è così. Giuseppe affronta la sua rinuncia con determinazione ma anche con semplicità e generosità. Egli deve vivere in castità in mezzo agli uomini, perché è lì che deve dare la sua piena testimonianza.
Tenerezza
La verginità sponsale di Maria e Giuseppe s’inserisce nella volontà di Dio Padre, perché Gesù possa nascere in una famiglia.
Quando Giuseppe scopre la gravidanza di Maria, in un primo tempo, decide a malincuore e per fedeltà alla legge di ripudiarla in segreto, ma appena l’angelo gli rivela che il bambino generato in lei viene dallo Spirito Santo, abbraccia con prontezza la volontà di Dio.
E come Maria, con il suo «sì» fa una scelta immutabile, così Giuseppe si apre al mistero di Dio e modifica in modo risoluto i suoi progetti. Rinuncia senza rimpianti e vive in modo pieno il dono a Dio della sua castità, che non lo priva però della gioia, dell’affetto e della tenerezza verso Maria e Gesù.
Maria, subito, lascia piena libertà a Dio di agire come crede, rinnovando la sua offerta, anche quando accadono avvenimenti misteriosi che non comprende. Il silenzio rafforza il suo «sì». Il suo tacere è in consonanza con quello di Giuseppe che, con timore riverente, non fa alcuna domanda davanti al mistero.
La conoscenza del progetto di Dio diventa reciproca, solo quando Lui lo svela, risolvendo così ogni problema, ma tutto è celato nel silenzio e nel reciproco rispetto, senza “chiacchiere” su quanto era avvenuto e stava ancora avvenendo, perché ambedue erano fedeli, in maniera assoluta alla volontà di Dio e non avevano bisogno di ulteriori spiegazioni o dimostrazioni.
Maria, ha vissuto i primi tempi della sua maternità in silenzio, non per una sopraffazione nei confronti di Giuseppe, bensì come una disposizione di Dio alla quale lei si era docilmente sottomessa. In modo analogo, Giuseppe, si è docilmente sottomesso quando Dio gli ha chiesto di stare accanto a Maria in modo verginale, senza discutere se fosse conveniente o meno.
Maria e Giuseppe, entrambi, partecipano della stessa missione (o quasi) e proprio in questa convergenza risiede la loro unità e il loro incontrarsi e comprendersi in Dio; vincolo talmente profondo da rendere superfluo ogni commento e precisazione.
L’Angelo, li unisce in Dio: Giuseppe si assume l’incarico di stare vicino a Maria e di provvedere a Gesù come un padre, nella piena disponibilità a Dio, proteggendoli entrambi con amore. Maria, per quanto riguarda la vita terrena si fida e ubbidisce a Giuseppe, mentre per la sfera soprannaturale si affida totalmente al Figlio e al Padre.
Il «sì» di Maria è diverso dal «sì» di Giuseppe, perché l’ubbidienza di Giuseppe è completamente racchiusa in quella di Maria.
(cfr Adrienne von Speyr)
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Responsabile don Fabrizio Maniezzo

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