Alta e bassa marea della preghiera
Una persona, per anni, può recitare orazioni a non finire, ma la sua preghiera è un vero colloquio con Dio?
Esistono tante realtà create da Dio che hanno somiglianza con il pregare; ognuno di noi, lungo la sua esistenza, può trovare sempre nuovi stili, anche contemplando la natura, perché nulla vi è di monotono in essa. Il perpetuo scorrere del tempo che Dio ha creato e donato al mondo, si gioca in ogni sua ricerca, in ogni orante aspirazione alla sua vicinanza.
Al mare lo scenario muta sempre: la bassa marea lascia dietro di sé come un’ossatura della terra poi, l’alta marea ricopre tutto, facendo perdere i particolari che si erano visti prima poi, piano piano, diminuisce nuovamente e la spiaggia ritorna libera, ma con sfumature di luce che prima non si erano viste.
Analogamente avviene con la preghiera, a volte Dio si fa percepire poi si nasconde, poi si fa ritrovare, ma mai come prima. Sembra che il nostro dialogo con Lui, ogni volta, si presenti in modo nuovo alla nostra mente e al nostro cuore, facendoci scoprire prospettive che fino a quel momento avevamo ignorato.
Siamo come avvolti dalla sua Grazia e ci sembra quasi di galleggiare e questo ci sazia; scompaiono i particolari ma non ci preoccupiamo, perché è come se fossimo cullati in braccio a nostra madre. Queste esperienze ci spronano a recitare con fiducia le preghiere, perché anche quando il linguaggio con Dio, appare monotono all’esterno può essere, invece, ricco e variegato all’interno del nostro cuore.
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