La presentazione al tempio
Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio per offrirlo al Signore e lì incontrano Simeone che, mosso dallo Spirito Santo si reca al tempio proprio in quel momento. Egli, accogliendo Gesù tra le braccia, intuisce che il bambino è il compimento di tutte le speranze di Israele e benedice Dio e, profetizzando, annuncia i misteri di Cristo e le difficoltà che incontreranno coloro che avranno fede in lui.
Simeone comprende che Maria, avrà un ruolo di mediazione tra Gesù e gli uomini perché, con la sua purezza, non creerà alcun ostacolo tra di loro; nello stesso tempo, Maria intuisce tramite le parole di Simeone, che il suo compito non è terminato dando alla luce Gesù, perché la missione della sofferenza di Gesù coinvolgerà pienamente anche lei.
La profezia espressa da Simeone riguardante la spada che trafiggerà l’anima è indirizzata in prima persona a Gesù, ma poiché Maria avrà parte alla sua missione, sia spiritualmente sia fisicamente, una spada trafiggerà anche l’anima sua. La sua maternità congloberà anche tutti i credenti per aiutarli nel compimento della loro missione.
Maria, infatti, conduce tutti i cristiani sulla strada percorsa da Gesù prendendo per mano, soprattutto, i semplici e gli umili, ai quali Dio appare troppo in alto e irraggiungibile. Questo cammino che passa per Maria non è una deviazione, ma è l’accesso aperto, voluto e previsto da Dio stesso. Sembra quasi che, senza la partecipazione della Madre, sia impensabile che il Figlio possa coinvolgere tutti gli uomini nella sua
intima sofferenza. La spada è quasi un regalo che Gesù fa a Maria per la partecipazione alla sua vita con la gravidanza, la nascita, la preghiera, l’apostolato... ma la sua ferita, a differenza delle stigmate di Gesù, è invisibile. Il suo dolore è una componente intima al mistero della Redenzione di Cristo.
La Madre ha dato tutto al Figlio, e lui ha donato tutto alla Madre. È questa la novità che Simeone, illuminato dallo Spirito Santo, fa conoscere alla Madre.
Maria, deve custodire nel suo cuore la visione complessiva della vita
futura di Gesù e della sua missione, anche se questa profezia di Simeone le
procura una sofferenza anticipata dei dolori del Figlio. Infatti, questa conoscenza
nella solitudine è anticipo della solitudine della croce.
La Madre osserva con attenzione il Figlio per comprendere, per quanto
possibile, l’agire di Dio. Il Figlio pone nel cuore della Madre i misteri divini
e umani e lei li accoglie contemplandoli e li trasmetterà alla Chiesa con le
sue riflessioni.
Maria, accogliendo pienamente la missione di Gesù senza però la
preoccupazione di divulgarla, darà un’impronta anche alla futura missione della
donna all’interno della Chiesa: ella, con la delicatezza e l’amore che viene
dal Signore, dovrà essere “l’anima” dei chiamati, per sostenerli e aiutarli a divulgare
i progetti di Dio nel mondo.
Questo primo legame tra uomo e donna nelle figure di Cristo e Maria,
lungo la storia della Chiesa sarà d’importanza decisiva, perché su questa
esperienza si fonderà l’apostolato futuro, sempre però con carattere di novità
e originalità.
(cfr Adrienne von Speyr)
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