Il granello di senape
Gesù, paragona il regno dei cieli a un minuscolo seme che, una volta cresciuto, supera ogni attesa.
Egli rapporta la cosa più microscopica con quella più grande, la realtà che non è ancora visibile con l’infinito, verità che l’uomo non potrà mai afferrare. E qui si accentua la distanza più radicale tra noi e Dio.
«Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Mt 13,31b-32
Il gesto del seminare è un atto di speranza e di fiducia che ci pone nell’atteggiamento di attesa e speranza di essere accolti in Dio. Il granello di senape può essere inteso anche come la fede provata che vuole unificare tutto l’uomo in Dio, un “frutto” che egli possa riconoscere, perché si realizzi in lui il luogo del suo regno dei cieli.
Solo l’amore ci pone nella condizione di essere trasformati, per diventare capaci di accogliere il cielo dove troveremo una dimora per sempre.
Abbiamo presente che la nostra fede è importante, ma è solo un frammento, ciò che realmente conta è il piano di Dio nella sua totalità, l’amore divino che si fa trasparente perché possa plasmare il nostro cuore
e accompagnarci, così che il desiderio profondo che lui ha di noi si compia ed egli possa introdurci nel suo regno, nostra meta definitiva.
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